Carissimi, si avvicinano le feste natalizia e io, che nei prossimi giorni sarò preso dalla ritualità di questo periodo, voglio congedarmi non con i soliti melliflui auguri, ma esprimendo la mia distanza dallo "spirito" normalmente invocato dai più in questa fase dell'anno. Lungi dal destare in me pensieri positivi, il Natale da anni mi suscita un profondo senso di malinconia. In tali occasioni infatti si evidenzia in maniera ancora più dolorosa la stridente distanza tra chi può godere e chi vive un'esistenza sofferente. Mentre in alcune case si consumeranno montagne di cibo superfluo lubrificate da vini più o meno ricercati, qualche clochard morirà assiderato e qualcun altro giacerà in un letto d'ospedale addobbato di tubi e dimenticato dal prossimo. E quanti bambini non riceveranno la visita di Babbo Natale e si chiederanno il motivo! A proposito di dimenticanze. Pochi di noi si ricorderanno esattamente cosa si festeggia a Natale. Festeggeremo la tavola, i regali incartati, le lucine colorate e un grasso signore vestito di rosso. E tutti ipocritamente a farci gli auguri. Fosse per me abolirei la festa del Natale. Solo i pochi rimasti a credere nel Divino dovrebbero in tutta discrezione recarsi nelle loro chiese per ricordare l'avvento di Gesù. Silenzio per gli altri! L'acquisto dei regali e lo spreco di cibo possono essere santificati in qualunque altro momento dell'anno.
Pace a tutti.
Pace a tutti.