domenica 15 gennaio 2012

Debito pubblico: di chi è la colpa?

Come purtroppo ci viene quotidianamente ricordato in questi giorni dai mass media il debito pubblico del nostro paese si ragguaglia all'enorme cifra di circa 1.900 miliardi di euro. La nozione, nonstante così ripetuta, non è poi tanto banale visto che molti parlamentari la ignorano così come dimostrato alcune settimane orsono dai reporter di striscia la notizia. Eppure è proprio a causa di questa montagna di debiti che la nostra economia in questo periodo soffre e noi poveri cittadini saremo costretti a pesanti sacrifici. Il nostro debito è così grande che le agenzie di rating continuano a declassarci (ma se ne accorgono solo oggi di quanto è grande il nostro debito?). Ma di chi è la colpa di questo debito? di Berlusconi? di Prodi? Forse un poco di apolitica riflessione ci può aiutare a capire. Se leggiamo le statistiche (di ottime e gratuite si trovano sul sito della Banca D'Italia) si scopre che fino al 1980 il nostro debito era in linea con quello dei paesi europei più virtuosi. Negli anni successivi è invece letteralmente esploso. Cosa è successo? Una mia chiave di lettura, ricordando quegli anni che rappresentano la mia adolescenza e giovinezza (gli 80 per intenderci) è che i governi che si succedettero in quel periodo storico attuarono una politica espansiva per aumentare il benessere medio dei cittadini al fine di stroncare definitivamente qualsiasi velleità rivoluzionaria in un paese come il nostro che era stato scosso nel decennio precedente da tensioni e scontri devastanti (chi non ricorda gli anni di piombo). E così si creò un tacito patto in cui a imprenditori e lavoratori autonomi venne concesso di non pagare tutte le tasse dovute, ai dipendenti pubblici di percepire un salario indipendentemente dalla quantità/qualità del lavoro svolto, a tutti i lavoratori di beneficiare della garanzia di una pensione all'80% dell'ultimo stipendio dopo pochi decenni di atività, alle ditte che fornivano lavori al settore pubblico di gonfiare i costi versando tangenti ad amministratori, di aumentare il numero e gli stipendi degli eletti a cariche politiche e, dulcis in fundo, concedere pensioni di invalidità a persone in perfetta salute. Tutto ciò creava benessere e consenso, ma prima o poi i conti si pagano e putroppo il mondo sta presentando fattura al nostro paese. Quindi di chi è la colpa? Ma direi di molti di noi.... parliamo di milioni di persone. Mi sentirei di escludere dalla colpevolezza solo chi in questi decenni è vissuto veramente ai margini e soprattutto le ultime generazioni a cui abbiamo regalato la prospettiva del precariato perenne.

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